San Germano nella Guerra di Successione  (1704-1706)

La guerra di successione , causata nel 1701 dalla morte del re di Spagna Carlo III trascinò il Piemonte nella tormenta della guerra. Luigi Giuseppe  , duca di Vendome , generalissimo delle armate francesi , si recò nel 1702 in Piemonte alla testa di 27 mila uomini di fanteria e 9 mila di cavalleria , a combattere contro il duca di Savoia , Vittorio Amedeo II , che aveva rotto l’allenza con la Francia. Nel vercellese dapprima prende e occupa ; Verrua Savoia ,Trino , Tricerro , Fontanetto e Desana , poi il 5 giugno 1704 , la città di Vercelli fù investita dal duca di Vendome . L’assedio si protrasse fino al 20 luglio. Il mattino di quel giorno il governatore della città , il comandante Des Hayes , fece suonare le trombe e tamburi chiedendo la capitolazione , che avvenne con l’onore delle armi il giorno 22 luglio.

 

Abbiamo informazione da una lettera del  30 Luglio 1704 del Marchese di Priè , che informava il Duca di Savoia “ che l’esercito Francese comandato dal Duca di Vendome discampato dall’assedio di Vercelli , si era posizionato nelle campagne tra San Germano e Viancino”.

Sul coinvolgimento del nostro borgo nelle vicende belliche abbiamo notizia dalle memorie del Cavaliere di Quincy , che era al seguito dell'armata Francese .

 

 

MÉMOIRES DU CHEVALIER DE QUINCY. Luglio1704]

NNous ne restâmes pas longtemps près de Verceil. Nous partîmes le 23 pour aller camper à San-Germano, ( con due reggimenti ) qui en est à quatre lieues* ; nous y séjournâmes jusqu'au 26. En arrivant de dîner le 215 de chez le comte de Médavy, qui avoit beaucoup de bonté pour moi, je me sentis un grand frisson, qui fut suivi d'une fièvre des plus violentes. Une grande partie des officiers et des soldats tombèrent malades dans ce camp.Nous en attribuâmes la cause au terrain des rizières où nous étions campés; véritablement, il en sortoit des exhalaisons qui nous désoloient par la puanteur. Le riz se sème dans une terre fort grasse, labourée en sillon; ensuite on couvre cette terre d'eau (on fait, dans presque toute l'Italie, couler les eaux où Ton veut ; c'est ce qui rend ce beau pays si fertile) ; on y laisse l'eau croupir. Ainsi il n'est pas extraordinaire qu'un tel terrain n'exhale des vapeurs des plus dangereuses. Un général doit éviter autant qu'il peut de faire camper son armée dans de pareilles situations et dans des terrains marécageux. Ce maudit camp, où nous ne séjournâmes que très peu de temps, fut la perte de beaucoup de soldats et d'officiers. Le 26, malgré la fièvre aiguë que j'avois et le grand soleil qui nous dardoit sur la tête, je suivis l'armée à Santhià^, petite ville toute ouverte, qui est à trois lieues de San-Germano.

 

DoDopo l’occupazione di Vercelli , noi partimmo il 23 luglio con due reggimenti per andare ad accamparci a San Germano che si trova a quattro leghe da Vercelli. Noi soggiornammo fino al 26 luglio , in attesa dei viveri da parte del Conte di Medavy , che erano molto graditi .

Qui ho cominciato ad avere dei brividi , a cui seguì una febbre delle più violente. Un gran numero di ufficiali e soldati caddero malati in questo accampamento , noi attribuimmo a causa del malanno , al territorio di risaie in cui ci eravamo accampati , da cui uscivano delle esalazioni che emanavano un gran fetore. Il riso è seminato in una terra molto grassa, dopo l’aratura e successivamente coperto d’acqua , come fanno in altre parti d’Italia dove l’acqua si trova dappertutto, ed è ciò che rende questo paese così fertile. Quindi non è straordinario che detta superficie esala vapori dei più pericolosi . Un generale deve evitare il più possibile di accampare il suo esercito in tali situazioni e
nelle zone umide. Quel campo maledetto, dove come abbiamo detto si soggiornò per breve tempo, è stata la causa della perdita di molti soldati e ufficiali. Il 26 luglio nonostante la febbre e il gran sole che ci picchiava sulla testa , ho seguito l’esercito a Santhià , una piccola città tutta aperta che si trova a 3 leghe da San Germano.

 

 

Da San Germano  l’esercito francese  transitò per diversi giorni , diretto ad assediare Ivrea . Da alcune testimonianze scritte provenienti da Santhià danno un immagine di quello che succedeva al territorio “nemico” da parte di un esercito invasore costretto ad approvvigionarsi sul posto.

“Abbruciamento delle cassine  , perdita di quasi tutti li bestiami , abduzione dei grani già raccolti , e fieni di maniera che , abbandonate la maggior parte delle case e tutte le cassine ve ne restarono che alcuni Cappi di Casa di quali anche buona parte delle loro famiglie perirono di miseria”.

 

 

 

Vittorio Amedeo II

Duca di Vendome

La fine dell'occupazione francese

L'anno 1706 fu per la Francia il peggiore sul piano strategico e militare. Le truppe inglesi, al comando del Duca di Marlborough, ottennero una prestigiosa vittoria nella battaglia di Ramillies (23 maggio 1706) e occuparono l'intera regione dei Paesi Bassi spagnoli. Barcellona fu liberata dall'assedio delle truppe francesi e un contingente anglo-portoghese invase la Spagna e occupò Madrid. Luigi XIV fu sconfitto nella ben nota battaglia di Torino (7 settembre 1706) dalle truppe imperiali di Eugenio di Savoia e da quelle sabaude di Vittorio Amedeo II . Dopo il successo sui Francesi , Eugenio di Savoia con al seguito delle sue truppe comandate dal Maggiore Prampero si spostano verso Vercelli ; il giorno 15 settembre sono a Cigliano e il giorno 17 settembre sono a San Germano e il 18 a Vercelli , liberando il Vercellese dall'occupazione francese  che durava da oltre 4 anni. Con gli ultimi rovesci militari francesi si può dire che si concluse la prima fase della guerra. Luigi XIV infatti, si rese conto che non avrebbe mai concluso vittoriosamente il conflitto. La qual cosa lo indusse ad intavolare trattative di pace con la Grande Alleanza.

Eugenio di Savoia

 

Col trattato di Utrecht dell’11 aprile 1712 cessavano definitivamente le ostilità tra il Ducato di Savoia e il Regno di Francia Pace  che farà trascorrere al territorio sangermanese quasi un secolo di relativa tranquillità.

Tra realtà e leggenda ........ Il Conte di Saint Germain
Il Conte di Saint Germain è stato uno dei personaggio più discussi e misteriosi del XVIII secolo , Le sue attività erano quelle di cortigiano in viaggio tra Inghilterra, Francia, Olanda, Russia, Germania. Compare per la prima volta verso il 1740 esule dall’Inghilterra introdotto alla corte di Francia. Famoso per la sua grande cultura, abile musicista, conoscitore di molte lingue, pittore e soprattutto grande alchimista, produttore di portentosi cosmetici. Ebbe anche incarichi diplomatici e fu affiliato ad una società segreta dell’ordine dei Rosacroce.

Ancor più misteriose rimangono le sue origini , tra le ipotesi più suggestive riportiamo quella dello storico tedesco Friedrich Bulau , che indica in Saint-Germain il figlio di un certo Rotondo , esattore delle imposte di San Germano , borgo della Savoia ; e quella dello storico Alfred di Caston , per cui Saint-Germain era figlio illegittimo di famiglia nobile , e anche lui pone la data della su nascita al 1704 , durante l'assedio dell'armata francese alla città di Vercelli.

Il conte di Saint-Germain, incisione di N. Thomas

Mémoires militaires relatifs à la succession d'Espange sous Louis XIV: 1704

Nel frattempo il Duca di Savoia arrivò con un grande corpo di cavalleria per riconoscere il villaggio di Tricero. Come era stato ben radicato, come è stato detto prima, per assicurare la comunicazione

con Trino, e inoltre tutte le misure necessarie erano state fatte per assistere e supportare Trino, sia le truppe dell'esercito, o dal corpo di M. d'Albergotti, il duca di Vendôme non provavano ansia; mandò solo alcuni pezzi di cannone e staccò alcune truppe di cavalleria per riconoscere il nemico. Questi stessi distaccamenti avanzarono nel loro treno fino a San Germano, e riferirono che per alcuni giorni un corpo della loro cavalleria era stato accampato a Santhia, ma che era appena decaduto per andare a Lucedio, e che la maggior parte L'esercito austriaco era a Ronsecco.

M. de la Feuillade, ma anche per poter intraprendere l'assedio di Torino; vediamo che anche più che mai pentito di essere costretti a Vercelli l'attacco di Vérue, e ancora vedere la necessità di rinviare la seduta di collegarsi a una di Ivrea , di cui considerava il possesso completamente inutile per l'impresa di Torino.

Incerto del partito come le circostanze lo permettono, marciò il 12, prima del giorno, in tre colonne, lasciando il suo canale destro Ivrea, e andò a San Germano. L'esercito è arrivato alle dieci del mattino e si accampò proprio in questo luogo, a sinistra per Solasco, coprendo la sede di riserva. Hanno lasciato a Vercelli quattro battaglioni e sei squadroni comandati da M. Toralba, e sotto gli ordini di mister Albergotti, venti battaglioni e squadroni quattordici. L'esercito consisteva di soli trentasei battaglioni e settantanove squadroni.

E 'stato durante il corso ci sono voluti per arrivare a Sangermano che il signor duca di Vendôme ha ricevuto la risposta del re al suo dispaccio del 29 del mese precedente, con la quale Sua Maestà gli ha detto delle sue intenzioni, in quanto tale giunzione con M. de la Feuillade, o sugli assedi che desiderava intraprendere prima della fine della campagna.

Sebbene il re lasciò il duca di Vendome il padrone a decidere per l'assedio di Ivrea o di Verue, questo generale non ebbe difficoltà a vedere che sua maestà era ancora incline a Ivrea. Questo modello, in combinazione con il nemico che vivono nel loro campo Crescentino e la consulenza che ha ricevuto dal risoluzione non erano abbandonarlo, ha permesso la più oscillante a seguire le intenzioni del re; ma non pensava fosse necessario avanzare, secondo il suo primo progetto, a Santhia, che era solo una lega oltre San Germano. Mandò solo, il 13, dodici compagnie di granatieri e un migliaio di cavalli, agli ordini del Cavaliere di Broglie. Si è recato a visitare questo post; e avendo riconosciuto che era vantaggioso per l'istituzione dei depositi necessari per l'assedio che stava per intraprendere, ordinò a due brigate di fanteria di marciare lì; e dal giorno in cui cominciarono a costruire forni e a condurre farine. L'esercito, nel suo accampamento a San Germano, doveva coprire i convogli che dovevano essere sparati da Vercelli. Arrivò il 14 una scorta considerevole da parte di due battaglioni e otto squadroni sotto la direzione di M. de Chateaumorant. Allo stesso tempo furono presi gli accordi per il trasporto dell'artiglieria e il resto delle provviste, secondo il quale tutto doveva essere restituito ad Ivrea l'8 settembre.

L'esercito, per sostenere M. de Chemerault, e per assicurare la marcia del resto dei convogli, marciava il 24 di San Germano a Cavaglia. Poiché non c'era acqua nel paese tra Santhià e Lago di Viverone, ha lanciato per raggiungere questo lago \ e il duca di Vendome è rimasto in Santhia con venti squadroni, nove battaglioni e ussari a vedere da sé lo scavo dei convogli che avrebbero seguito ad Azeglio quello che il signor de Chemerault aveva condotto lì, e alla sicurezza di coloro che dovevano venire a Vercelli.

Anche se in questa posizione l'esercito era separato, poteva incontrarsi in tre ore, da Santhia a Cavaglia era un piano di grande portata, in cui non c'erano ostacoli.

Il 26 e il 28, il secondo e il terzo convoglio lasciarono Santhia per unirsi a Azeglio. Il duca di Vendome è andato anche 28 Santhia con venti squadroni e il resto delle truppe era rimasto con lui .